Italia-Brasile. Primi pensieri sparsi…
– All’Emirates Stadium di Londra finisce 2-0 per Juan e compagni. Soprattutto, finisce. Ed è una liberazione. In sostanza, un’esibizione della grande classe e dell’intensità brasiliane. Dall’altra parte, tutta la pochezza del gioco (e spesso dei giocatori) della nazionale italiana. Il gol di Grosso annullato per un inesistente fuorigioco e la parata di Julio Cesar sulla deviazione ravvicinata di Toni non addolciscono la pillola.
– Zambrotta si salva. Giuseppe Rossi pure. Ma perché Legrottaglie è titolare nella nazionale italiana?
– Capitolo Pirlo. Bagni dice che lui “è uno che sbaglia pochissimo”. I 75 minuti di agonia del milanista (con tanto di attacco di narcolessia in occasione del 2-0) dicono il contrario.
– Per favore, qualcuno spieghi a Bagni che l’Italia è una nazionale e non un club.
– Per l’Italia pressing zero, fischi tanti. Urge fantasia e classe. E si capisce perché Lippi continui a pensare al carisma e all’esperienza di Totti.
– Per la Roma una notizia buona e una quasi cattiva. La prima è la prestazione di Juan. La seconda il problemino accusato da De Rossi: una lievissima distorsione al piede destro, nulla di preoccupante.
– Perrotta, De Rossi e Aquilani. Juan, Doni e Julio Baptista. Italia-Brasile è per la Champions League. Mezza Roma prende confidenza con l’Emirates in vista del 24 febbraio e dell’Arsenal.
– Complimenti a Toni, che, in una serata da dimenticare, riesce anche a rafforzare lo stereotipo dell’italiano disonesto. Segna dopo essersi aggiustato il pallone con il braccio. L’arbitro annulla e lui ancora fa finta di chiedersi perché.
– Un’ultima annotazione extracalcistica. Qualcuno corra in soccorso di Arlecchino Dunga. Per il ct maglietta verde, camicia color pesca, pantaloni grigi, cinta nera e montone. C’è davvero molto su cui lavorare…